Qualcuno la chiama fantascienza e ci ride sopra, mentre si affatica a destreggiarsi nel traffico o affronta estenuanti guidate di 8 ore. Intanto, però, le self-driving cars (auto che si guidano da sole) sono sempre più vicine a diventare realtà. Quanto vicine? Il magazine Business Insider stima che nel 2020 ce ne saranno in circolazione ben 10 milioni. Un numero che fa impressione, ma non troppo se consideriamo l’interesse delle grandi case automobilistiche per queste tecnologie. Basti pensare che l’Università del Michigan ha costruito una piccola città modello solo per testarle.
Probabilmente anche la tua auto si guida (un po’) da sola
Anche se non siamo al punto di poter leggere il giornale mentre la nostra auto guida per noi, probabilmente molti hanno già un po’ di tecnologia self-driving a bordo. Per ora si tratta di sistemi molto discreti di sicurezza attiva, che non prendono il controllo dell’auto ma si limitano a intervenire su alcune dinamiche, come ad esempio la distanza dall’auto che ci precede o una frenata d’emergenza per evitare un ostacolo improvviso.
Mercedes F015: un’astronave con le ruote (ma senza finestrini)
A vederla, sembra una capsula spaziale più che un’auto. Una Mercedes, questo è indiscutibile, ma del 2100. In effetti la Mercedes F015 è ancora un prototipo, e avrà bisogno di tempo per scendere davvero in strada. È però forse uno dei tentativi più interessanti di capire come saranno le macchine autonome. Il primo aspetto che colpisce è l’assenza quasi totale di finestrini, determinata dal fatto che non c’è più bisogno di guardare la strada. Può sembrare folle ma lo è un po’ meno quando, entrando nell’abitacolo, scopriamo che l’interno delle portiere è rivestito da schermi touch che “avvolgono” i passeggeri con immagini a 360 gradi. Un sistema di entertainment davvero invidiabile. Ha ancora più senso quando scopri che i due sedili davanti possono girarsi, creando un salottino. Improvvisamente la F015 non è più un’auto, ma una piccola stanza privata che ti sta portando a destinazione, e che nel frattempo ti permette di fare quello che vuoi. La F015 non può ancora correre come un bolide, ma di certo si sta preparando. Anche la tecnologia di bordo e persino le luci sono pensate per rendere l’esperienza più calda e umana possibile, non solo per i passeggeri ma anche per gli altri automobilisti e per i pedoni, con schermi LED in grado di mostrare interi messaggi e un proiettore che può disegnare davanti a sé delle strisce pedonali.
La BMW i3 non si guida da sola, ma va a cercare parcheggio
Se Mercedes sogna il futuro, BMW scommette per ora su una guida autonoma “parziale”, che potrebbe però risolvere uno dei momenti più odiati della guida: il parcheggio. La BMW i3 modificata mostrata a Las Vegas ha infatti la capacità di entrare in modalità “valet”: quando siamo arrivati a destinazione possiamo scendere e lasciare che sia lei a trovarsi un posto. Basta uno smartphone per richiamarla e farla tornare a prenderci. Unico limite: per ora la i3 ha bisogno di una mappa del garage in cui si trova, dettaglio non da poco che rende questa tecnologia di poca utilità. Le sorprese potrebbero però non essere finite: BMW sta infatti sviluppando con il colosso cinese delle ricerche Baidu un’auto veramente autonoma, di cui però si sa ancora molto poco.
Audi A7: pronta per l’autostrada
Un’altra marca tedesca, un’altra auto che si guida – più o meno – da sola. L’Audi A7 è stata presentata pochi mesi fa nella versione “piloted driving”: per ora è capace di guida autonoma solo in autostrada, e comunque in condizioni di buon tempo e ottima visibilità. Detto questo, però, l’Audi A7 è già in grado – a differenza della Mercedes F015 – di viaggiare a velocità “reali” e di districarsi senza affanno nel traffico. Oltre ad aver completato viaggi di oltre 900 km.
Google Self-Driving Car: l’auto che si fa volere bene
Non potevamo non citare l’azienda che forse sta mettendo gli sforzi più importanti nello sviluppo della tecnologia self-driving. Sorprendentemente, non si tratta di un marchio automobilistico, ma di Google. L’azienda di Mountain View, che ha dalla propria parte la tecnologia e la possibilità di testare su ampia scala i prototipi, lavora su un aspetto forse trascurato dai più tradizionali produttori di veicoli: vincere la diffidenza degli umani. L’ostacolo più grande per le vetture autonome, infatti, non è tanto la tecnologia (che ha solo bisogno di tempo) ma l’accettazione da parte di noi automobilisti. Un po’ perché ci piace guidare, ma soprattutto perché togliere le mani dal volante, e magari fare un pisolino mentre la macchina va, richiede una fiducia enorme nel mezzo. Le auto di Google sembrano rispondere proprio a questi dubbi: molto “tenere” nel look, caute nella guida, gentili nella tecnologia, potrebbero forse cambiare la nostra idea di auto nei prossimi dieci anni.
E voi togliereste le mani dal volante?
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